Lo vedo camminare per la strada: sguardo vuoto, spento. Mente sempre altrove, non per un sogno, per seguire un'ideale (seppure qualunque), ma in cerca di un estraneo (un pensiero, una persona, una macchina) che pensi per lui, che viva per lui, che dica cosa fare e dove andare.
Io contesto l'uomo senza coscienza.
L'uomo senza un presupposto interiore, scisso da sé stesso, incapace di sbirciare nella propria anima e di trovare una via.
Io contesto l'uomo pauroso di trovare la propria anima e di doverla seguiire.
Io piango per l'uomo che non vive d'arte, che non legge in un quadro un'altra vita e nei tramonti l'abbraccio della natura.
Io piango per l'uomo schiavo della macchina e di tutto ciò che la macchina rappresenta: la delega della propria unicità e creatività.
Io contesto il materialismo, il capitalsmo e il marxismo. E tutto ciò che divide e riduce gli uomini in branchi e classi: l'uomo è unico, irripetibile, potentemente libero.
E contesto anche l'anarchismo, perché la libertà dell'uomo esiste in quanto è libertà davanti ad un'altra libertà, con cui confrontarsi e convivere.
Io contesto la modernità fine a sé stessa. E l'amore per la tradizione fine a sé stesso. Perché ciò che è, è qui; anche se viene da un passato e va verso un futuro (l'uomo è un essere in divenire: deve diventare ciò che è nell'anima).
Io contesto una visione pessimista dell'uomo e dell'umanità.
Io contesto una visione ottimista dell'uomo e dell'umanità.
Io contesto il caos ma anche la calma stagnante. Il caos perché impedisce all'uomo di trovarsi in un esserci, un esser qui e ora; la calma stagnante perché lo fa annegare nell'acquitrino dell'evoluzione prima ancora di diventare individuo, persona.
Tim il Guiscardo
Vice Comandante dell'Astronave Terra
(in attesa che torni il Capo)
Un bell'invito a non adagiarsi su meccanismi ripetitivi e a mettere sempre in discussione il famigerato "senso della vita" (quindi, implicitamente, anche mettersi in discussione a livello individuale).
RispondiEliminaIn effetti persino i medici (che esprimono solo un principio sanitario, non morale) invitano a tenere la mente sempre attiva proprio perché appiattirla su schemi ripetitivi non giova alla salute dell'individuo.
Non credevo a quello che dicono tutti, ma quando sono arrivato ai 60 ho capito che veramente le cose cambiano in noi. E non solo perché (come oggi) ogni giuntura che hai in corpo ti chiede per pietà di tornare a letto o almeno al calduccio, ma perché in modo inconscio cominci a fare i conti col passato e a cercare una strada per fare gli ultimi kilometri che ti restano. Ecco, questi appunti vogliono essere solo questo: un punto della situazione, ad oggi.
RispondiEliminaCondivido ogni parola, purtroppo oggi come oggi di queste persone senz'anima, senza coscienza e così via ce ne sono troppe in giro,e temo che siano contente così. Non per questo dobbiamo arrenderci e diventare come loro.
RispondiEliminaPensare con la propria testa è faticoso, specie quando sei costretto a rivedere quello che hai pensato fino a quel momento e ti accorgi che non era poi tutto così sacrosanto...
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