martedì 7 marzo 2023

Come avvenne che gli alieni non invasero più la terra

 

Masolino da Panicale, Fondazione della Basilica Maggiore

(Breve raccontino, meno di 2000 parole, fantaumoristico. A voi.)


Il primo attacco iniziò alle 9 di mattina.

Dieci oggetti oblunghi, riflettenti la luce del sole e che, a occhio nudo, misuravano almeno un ventina di metri di lunghezza, scesero  in formazione compatta verso il paese.

Giunti a una cinquantina di metri d’altezza cominciarono a sparare  convogliando la loro forza di fuoco su oggetti specifici: un semaforo, un albero, un furgoncino del latte, una panchina.

Ognuno di questi oggetti fu completamente disintegrato, compreso tutto il terreno su cui si trovava.

Mentre ancora gli obbiettivi della loro incursione stavano crollando a terra sbriciolati, gli oggetti non identificati virarono con una velocità e inclinazione impossibile per un velivolo terrestre e sparirono in alto.

In verità, poiché l’azione era stata compiuta nel più assoluto silenzio, nessuno, se non Branaghan lo spazzino, vide o si accorse di nulla. Bannack non è una città molto sveglia a quell’ora del mattino.

E anche quando l’uomo che puliva ogni giorno le strade della simpatica cittadina del Montana, quasi al confine con l’Idaho, provò a spiegare cosa aveva visto, nessuno gli credette: le abbondanti quantità di rum che sin dal mattino lo tenevano in piedi per svolgere quel lavoro che gli permetteva di acquistare il rum stesso, erano una spiegazione sufficiente agli abitanti del paesino per non credere a nulla di ciò che diceva.

Ma stava di fatto che il semaforo, l’albero di fronte la casa del sindaco, una panchina e il furgoncino del latte di Ramon era diventati cenere.

Soprattutto Ramon ebbe a protestare: senza il furgoncino comprato con la vincita alla lotteria della contea, come avrebbe potuto continuare a lavorare? E tutti quelli che gli vendevano il latte da portare in giro a chi si sarebbero rivolti, ora? Chi si sarebbe avventurato fino a Bannack dai paesi vicini per portare le bottiglie del latte se non un abitante del paese stesso? Perché portare il latte fino a Bannack non era mai stato un vero affare…

Avvisato da Branaghan, lo sceriffo di Bannack, che tutti chiamavano Jeff ma di cui nessuno conosceva il cognome, si trovò così costretto a lasciare il suo ufficio e, in compagnia di Rudy il vice sceriffo, andò a constatare quello che era successo.

Jeff, lo sceriffo, passò tutta la mattinata andando avanti e indietro dal punto dove si trovava la panchina a quello dove stava il furgone di Ramon, all’incrocio dove pendeva il semaforo. Ma non ci capì niente, non volendo credere neanche lui alle parole di Branaghan.

Alla fine decise di chiamare la polizia della contea per segnalare il fatto e ordinò a Branaghan di ripulire le strade piene di detriti.

Il secondo attacco si verificò verso le due del pomeriggio, quando ogni abitante di Bannack è impegnato a fare qualcosa che si possa fare in casa, e non altrove.

Ogni abitante tranne Branaghan, che a quell’ora ha finito di ripulire le strade della cittadina e aspetta che arrivi l’ora decente per andare a sedersi al bar di Pet e Sally e tirare a fare notte in compagnia di qualche altra bottiglia di rum.

Infatti fu Branaghan che vide ciò che accadde: ancora dieci oggetti oblunghi scesero in picchiata su Bannack e, arrivati a una cinquantina di metri dal suolo, spararono e disintegrarono la cassetta della posta della Libera e Ubiqua Università del Montana, la fila di panni stesi di Miss Bakery (maestra in pensione) e l’albero di cipresso di Mike Bradbury, che comunque era già completamente rinsecchito e doveva essere tagliato; perciò questo alla fine si rivelò un fatto a favore di Mike.

Branaghan corse a chiamare lo sceriffo Jeff che usci malvolentieri dalla sua casa, soprattutto perché pensava che lo spazzino avesse ancora i postumi della sbronza del mattino in attesa di quella della sera.

Ma si dovette arrendere davanti a ciò che restava della cassetta della posta, del cipresso di Mike e soprattutto dovette cedere alle urla della anziana Miss Bakery che protestava perché proprio quella mattina aveva lavato tutte le tovaglie da tavolo di sua nonna, e ora non ne restava che un grosso mucchio di cenere. E voleva che qualcuno facesse qualcosa.

La polizia della Contea non era ancora arrivata, anche perché aveva dichiarato lo sceriffo Jeff, non gli era sembrata molto convinta di quella chiamata così strana, per cui avrebbe raggiunto Bannack solo l’indomani.

Così lo sceriffo non fece che chiedere a Branaghan di riprendere scopa, paletta e bidone e pulire la strada.

Il terzo attacco avvenne alle nove di sera, ripetendo lo schema solito: dieci oggetti oblunghi scesero in picchiata su Bannack e, arrivati a una cinquantina di metri dal suolo, spararono tutti insieme come un sol colpo e disintegrarono, questa volta, la mucca di John Durbridge, il triciclo (abbandonato in  giardino) di Coole, il figlio di Eberard Brenner e l’insegna del negozio di pesca di George Adler.

La mucca di John Durbridge fu il primo (e unico) essere vivente vittima degli attacchi di quegli oggetti non identificati.

E anche questa volta fu solo Branaghan, di antica discendenza irlandese come suggerisce il nome, a vedere tutta la scena. Infatti a quell’ora della sera a Bannack chi non si trova nel bar di Pet e Sally a sbronzarsi è a casa propria davanti alla TV o alla radio.

Branaghan era invece uscito proprio in quel momento per svuotare la vescica sotto il grande olmo del Montana davanti al bar.

Così fu accecato da una gran luce, prodotta dai raggi che stavano disintegrando la mucca di John, e poté seguire con gli occhi lo stesso raggio completare l’operazione.

E fu così che qualcuno nel bar sentì Branaghan che imprecava perché si era bagnato le scarpe semi nuove che aveva ai piedi, le uniche che non fossero quelle da lavoro.

Questa volta Jeff lo sceriffo era al bar, già abbastanza brillo ma non tanto da non capire che gli sarebbe toccato lasciare a metà il boccale di birra rossa che aveva davanti e che si sarebbe dovuto fare un’altra scarpinata per guardare in giro i danni fatti dall’ultimo raid alieno; o di qualunque natura fossero quelle cose nel cielo.

Alla notizia che qualche altro pezzo di Bannack era stato polverizzato da chissacchì, un paio di avventori del bar uscirono sulla soglia e videro Branaghan che si stava ancora guardando le scarpe bagnate e le stava anzi mostrando con aria risentita a Jeff lo sceriffo, che annuiva abbastanza convintamente.

I due avventori tornarono alle loro faccende da bar, mentre lo spazzino e il sindaco si avviarono, con qualche mancamento, specie da parte di Branaghan, verso il negozio di articoli da pesca di George Adler e presero a fissare quello che restava dell’insegna: praticamente niente; c’era solo il buco in cui c’era stata la scritta.

A questo punto, scambiate due parole, sia Jeff che Branaghan tornarono al bar e la cosa fu provvisoriamente chiusa lì perché, come disse a tutti il sindaco, per quella sera non si poteva fare comunque niente. Nessuno, nel frattempo, aveva toccato il suo boccale di birra a metà.

Quella sera, a tarda ora, forse la mezzanotte o più, Branaghan stava rientrando a casa.

Seguiva gli alberi del viale davanti al bar di Pet e Sally, dopo aver girato sulla destra, e sapeva di dover voltare al diciottesimo platano: si regolava così perché dopo l’abbondante libagione giornaliera l’unica cosa che riusciva a fare era contare.

Il quindicesimo platano era già passato, quando sentì come un vento superarlo sulla destra e qualcosa di massiccio e scuro gli si parò davanti.

Branaghan ristette e cercò di capire cosa stesse succedendo.

D’un tratto l’oggetto, alto più o meno un paio di metri e largo uguale, si aprì e ne uscì una scaletta da cui scese qualcosa.

Non era un essere umano, perché non aveva gambe né braccia articolate come un uomo, ma sembrava più che altro una palla, che rimbalzava invece di camminare.

La cosa, rimbalzando appunto, arrivò davanti a lui e quella che poteva essere la testa cominciò pian pano ad illuminarsi. Poi si aprì una fessura e da lì iniziarono ad uscire suoni che l’onesto spazzino non comprendeva.

Era forse una lingua che non aveva mai sentito? Qualche dialetto dell’Idaho? O era solo il rum che continuava a viaggiare nel suo corpo e aveva raggiunto il cervello?

La cosa davanti a lui intanto continuava ad emettere suoni incomprensibili e aveva anche prenso a fare una strana danza, ballonzolando a destra e a sinistra. A Branaghan sembrava come un uomo che si altera e prenda a gesticolare vorticosamente.

La cosa indicava infatti, con corte escrescenze che uscivano dal corpo, alcuni punti tutt’attorno. Alla fine Branaghan capì che stava additando i luoghi che erano stati colpiti durante la giornata dagli oggetti scesi dal cielo.

D’un tratto la cosa smise di muoversi e di emettere suoni.

Ci fu silenzio perché anche Branaghan stava fermo e muto.

Poi la cosa riprese la sua danza e il suo vociare indistinto, sempre più frenetico e urlante e, così parve all’uomo, arrabbiato.

Ad un certo punto a Branaghan sembrò finalmente di capire qualcosa degli strani suoni che la cosa ballonzolante emetteva.

Ci mise un po’ ma alla fine fu sicuro che quell’essere, da qualunque parte dell’universo o della contea stesse venendo, stava dicendo in ua lingua che ora poteva capire:

“E allora sai che c’è? Vi abbiamo bombardato stamattina e nessuno di voi si è preoccupato di niente! Vi abbiamo bombardato a mezzogiorno e avete fatto lo stesso! Vi abbiamo colpito stasera e avete continuato a sbevazzare al bar e a guardare la TV a casa! Sai che c’è? Noi ce ne andiamo! E voi, andatevene tutti a fare in buca!”

E così dicendo, la cosa ballonzolò fino alla sfera da cui era sceso, salì la scaletta e l’oggetto scuro ripartì saettando silenziosamente.

Branaghan rimase interdetto per un po’.

Ecco chi erano quelli che avevano sparato a Bannack, si disse. Ma che volevano? Perché quel tizio era così scalmato e arrabbiato?

E quelle parole alla fine? “Andatevene tutti a fare in buca”… gli sembrava la stessa espressione umana di quando qualcuno ti manda a…

Mah, non erano affari suoi.

Per un attimo penso di andare a casa di Jeff lo sceriffo e riferirgli quello che aveva visto e sentito.

Ma poi Jeff gli avrebbe creduto? E, soprattutto, a quell’ora era in grado di capire qualcosa o il numero di birre era stato superiore a quelle che si convengono ad uno sceriffo sempre in servizio?

E poi, sinceramente, era una cosa importante?

Neanche fosse arrivata la fine del mondo…

 

 

N.B.: La città di Bannack esiste realmente e si trova proprio nel Montana, nella Contea di Beaverhead, sull’omonimo fiume Beaverhead, non lontano da Dillon, ai confini con l’Idaho. O almeno esisteva fino al 1970 quando divenne una ghost town, cioè una città fantasma. Fondata nella seconda metà dell’Ottocento fu la prima città di quella zona dove si instaurò una colonia di cercatori d’oro. Raggiunse i 3000 abitanti e divenne ben presto anche la capitale del Montana. Esauritesi le miniere d’oro, cominciò pian piano a svuotarsi fino al 1970, quando morì l’ultimo residente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come avvenne che gli alieni non invasero più la terra

 

Masolino da Panicale, Fondazione della Basilica Maggiore

(Breve raccontino, meno di 2000 parole, fantaumoristico. A voi.)


Il primo attacco iniziò alle 9 di mattina.

Dieci oggetti oblunghi, riflettenti la luce del sole e che, a occhio nudo, misuravano almeno un ventina di metri di lunghezza, scesero  in formazione compatta verso il paese.

Giunti a una cinquantina di metri d’altezza cominciarono a sparare  convogliando la loro forza di fuoco su oggetti specifici: un semaforo, un albero, un furgoncino del latte, una panchina.

Ognuno di questi oggetti fu completamente disintegrato, compreso tutto il terreno su cui si trovava.

Mentre ancora gli obbiettivi della loro incursione stavano crollando a terra sbriciolati, gli oggetti non identificati virarono con una velocità e inclinazione impossibile per un velivolo terrestre e sparirono in alto.

In verità, poiché l’azione era stata compiuta nel più assoluto silenzio, nessuno, se non Branaghan lo spazzino, vide o si accorse di nulla. Bannack non è una città molto sveglia a quell’ora del mattino.

E anche quando l’uomo che puliva ogni giorno le strade della simpatica cittadina del Montana, quasi al confine con l’Idaho, provò a spiegare cosa aveva visto, nessuno gli credette: le abbondanti quantità di rum che sin dal mattino lo tenevano in piedi per svolgere quel lavoro che gli permetteva di acquistare il rum stesso, erano una spiegazione sufficiente agli abitanti del paesino per non credere a nulla di ciò che diceva.

Ma stava di fatto che il semaforo, l’albero di fronte la casa del sindaco, una panchina e il furgoncino del latte di Ramon era diventati cenere.

Soprattutto Ramon ebbe a protestare: senza il furgoncino comprato con la vincita alla lotteria della contea, come avrebbe potuto continuare a lavorare? E tutti quelli che gli vendevano il latte da portare in giro a chi si sarebbero rivolti, ora? Chi si sarebbe avventurato fino a Bannack dai paesi vicini per portare le bottiglie del latte se non un abitante del paese stesso? Perché portare il latte fino a Bannack non era mai stato un vero affare…

Avvisato da Branaghan, lo sceriffo di Bannack, che tutti chiamavano Jeff ma di cui nessuno conosceva il cognome, si trovò così costretto a lasciare il suo ufficio e, in compagnia di Rudy il vice sceriffo, andò a constatare quello che era successo.

Jeff, lo sceriffo, passò tutta la mattinata andando avanti e indietro dal punto dove si trovava la panchina a quello dove stava il furgone di Ramon, all’incrocio dove pendeva il semaforo. Ma non ci capì niente, non volendo credere neanche lui alle parole di Branaghan.

Alla fine decise di chiamare la polizia della contea per segnalare il fatto e ordinò a Branaghan di ripulire le strade piene di detriti.

Il secondo attacco si verificò verso le due del pomeriggio, quando ogni abitante di Bannack è impegnato a fare qualcosa che si possa fare in casa, e non altrove.

Ogni abitante tranne Branaghan, che a quell’ora ha finito di ripulire le strade della cittadina e aspetta che arrivi l’ora decente per andare a sedersi al bar di Pet e Sally e tirare a fare notte in compagnia di qualche altra bottiglia di rum.

Infatti fu Branaghan che vide ciò che accadde: ancora dieci oggetti oblunghi scesero in picchiata su Bannack e, arrivati a una cinquantina di metri dal suolo, spararono e disintegrarono la cassetta della posta della Libera e Ubiqua Università del Montana, la fila di panni stesi di Miss Bakery (maestra in pensione) e l’albero di cipresso di Mike Bradbury, che comunque era già completamente rinsecchito e doveva essere tagliato; perciò questo alla fine si rivelò un fatto a favore di Mike.

Branaghan corse a chiamare lo sceriffo Jeff che usci malvolentieri dalla sua casa, soprattutto perché pensava che lo spazzino avesse ancora i postumi della sbronza del mattino in attesa di quella della sera.

Ma si dovette arrendere davanti a ciò che restava della cassetta della posta, del cipresso di Mike e soprattutto dovette cedere alle urla della anziana Miss Bakery che protestava perché proprio quella mattina aveva lavato tutte le tovaglie da tavolo di sua nonna, e ora non ne restava che un grosso mucchio di cenere. E voleva che qualcuno facesse qualcosa.

La polizia della Contea non era ancora arrivata, anche perché aveva dichiarato lo sceriffo Jeff, non gli era sembrata molto convinta di quella chiamata così strana, per cui avrebbe raggiunto Bannack solo l’indomani.

Così lo sceriffo non fece che chiedere a Branaghan di riprendere scopa, paletta e bidone e pulire la strada.

Il terzo attacco avvenne alle nove di sera, ripetendo lo schema solito: dieci oggetti oblunghi scesero in picchiata su Bannack e, arrivati a una cinquantina di metri dal suolo, spararono tutti insieme come un sol colpo e disintegrarono, questa volta, la mucca di John Durbridge, il triciclo (abbandonato in  giardino) di Coole, il figlio di Eberard Brenner e l’insegna del negozio di pesca di George Adler.

La mucca di John Durbridge fu il primo (e unico) essere vivente vittima degli attacchi di quegli oggetti non identificati.

E anche questa volta fu solo Branaghan, di antica discendenza irlandese come suggerisce il nome, a vedere tutta la scena. Infatti a quell’ora della sera a Bannack chi non si trova nel bar di Pet e Sally a sbronzarsi è a casa propria davanti alla TV o alla radio.

Branaghan era invece uscito proprio in quel momento per svuotare la vescica sotto il grande olmo del Montana davanti al bar.

Così fu accecato da una gran luce, prodotta dai raggi che stavano disintegrando la mucca di John, e poté seguire con gli occhi lo stesso raggio completare l’operazione.

E fu così che qualcuno nel bar sentì Branaghan che imprecava perché si era bagnato le scarpe semi nuove che aveva ai piedi, le uniche che non fossero quelle da lavoro.

Questa volta Jeff lo sceriffo era al bar, già abbastanza brillo ma non tanto da non capire che gli sarebbe toccato lasciare a metà il boccale di birra rossa che aveva davanti e che si sarebbe dovuto fare un’altra scarpinata per guardare in giro i danni fatti dall’ultimo raid alieno; o di qualunque natura fossero quelle cose nel cielo.

Alla notizia che qualche altro pezzo di Bannack era stato polverizzato da chissacchì, un paio di avventori del bar uscirono sulla soglia e videro Branaghan che si stava ancora guardando le scarpe bagnate e le stava anzi mostrando con aria risentita a Jeff lo sceriffo, che annuiva abbastanza convintamente.

I due avventori tornarono alle loro faccende da bar, mentre lo spazzino e il sindaco si avviarono, con qualche mancamento, specie da parte di Branaghan, verso il negozio di articoli da pesca di George Adler e presero a fissare quello che restava dell’insegna: praticamente niente; c’era solo il buco in cui c’era stata la scritta.

A questo punto, scambiate due parole, sia Jeff che Branaghan tornarono al bar e la cosa fu provvisoriamente chiusa lì perché, come disse a tutti il sindaco, per quella sera non si poteva fare comunque niente. Nessuno, nel frattempo, aveva toccato il suo boccale di birra a metà.

Quella sera, a tarda ora, forse la mezzanotte o più, Branaghan stava rientrando a casa.

Seguiva gli alberi del viale davanti al bar di Pet e Sally, dopo aver girato sulla destra, e sapeva di dover voltare al diciottesimo platano: si regolava così perché dopo l’abbondante libagione giornaliera l’unica cosa che riusciva a fare era contare.

Il quindicesimo platano era già passato, quando sentì come un vento superarlo sulla destra e qualcosa di massiccio e scuro gli si parò davanti.

Branaghan ristette e cercò di capire cosa stesse succedendo.

D’un tratto l’oggetto, alto più o meno un paio di metri e largo uguale, si aprì e ne uscì una scaletta da cui scese qualcosa.

Non era un essere umano, perché non aveva gambe né braccia articolate come un uomo, ma sembrava più che altro una palla, che rimbalzava invece di camminare.

La cosa, rimbalzando appunto, arrivò davanti a lui e quella che poteva essere la testa cominciò pian pano ad illuminarsi. Poi si aprì una fessura e da lì iniziarono ad uscire suoni che l’onesto spazzino non comprendeva.

Era forse una lingua che non aveva mai sentito? Qualche dialetto dell’Idaho? O era solo il rum che continuava a viaggiare nel suo corpo e aveva raggiunto il cervello?

La cosa davanti a lui intanto continuava ad emettere suoni incomprensibili e aveva anche prenso a fare una strana danza, ballonzolando a destra e a sinistra. A Branaghan sembrava come un uomo che si altera e prenda a gesticolare vorticosamente.

La cosa indicava infatti, con corte escrescenze che uscivano dal corpo, alcuni punti tutt’attorno. Alla fine Branaghan capì che stava additando i luoghi che erano stati colpiti durante la giornata dagli oggetti scesi dal cielo.

D’un tratto la cosa smise di muoversi e di emettere suoni.

Ci fu silenzio perché anche Branaghan stava fermo e muto.

Poi la cosa riprese la sua danza e il suo vociare indistinto, sempre più frenetico e urlante e, così parve all’uomo, arrabbiato.

Ad un certo punto a Branaghan sembrò finalmente di capire qualcosa degli strani suoni che la cosa ballonzolante emetteva.

Ci mise un po’ ma alla fine fu sicuro che quell’essere, da qualunque parte dell’universo o della contea stesse venendo, stava dicendo in ua lingua che ora poteva capire:

“E allora sai che c’è? Vi abbiamo bombardato stamattina e nessuno di voi si è preoccupato di niente! Vi abbiamo bombardato a mezzogiorno e avete fatto lo stesso! Vi abbiamo colpito stasera e avete continuato a sbevazzare al bar e a guardare la TV a casa! Sai che c’è? Noi ce ne andiamo! E voi, andatevene tutti a fare in buca!”

E così dicendo, la cosa ballonzolò fino alla sfera da cui era sceso, salì la scaletta e l’oggetto scuro ripartì saettando silenziosamente.

Branaghan rimase interdetto per un po’.

Ecco chi erano quelli che avevano sparato a Bannack, si disse. Ma che volevano? Perché quel tizio era così scalmato e arrabbiato?

E quelle parole alla fine? “Andatevene tutti a fare in buca”… gli sembrava la stessa espressione umana di quando qualcuno ti manda a…

Mah, non erano affari suoi.

Per un attimo penso di andare a casa di Jeff lo sceriffo e riferirgli quello che aveva visto e sentito.

Ma poi Jeff gli avrebbe creduto? E, soprattutto, a quell’ora era in grado di capire qualcosa o il numero di birre era stato superiore a quelle che si convengono ad uno sceriffo sempre in servizio?

E poi, sinceramente, era una cosa importante?

Neanche fosse arrivata la fine del mondo…

 

 

N.B.: La città di Bannack esiste realmente e si trova proprio nel Montana, nella Contea di Beaverhead, sull’omonimo fiume Beaverhead, non lontano da Dillon, ai confini con l’Idaho. O almeno esisteva fino al 1970 quando divenne una ghost town, cioè una città fantasma. Fondata nella seconda metà dell’Ottocento fu la prima città di quella zona dove si instaurò una colonia di cercatori d’oro. Raggiunse i 3000 abitanti e divenne ben presto anche la capitale del Montana. Esauritesi le miniere d’oro, cominciò pian piano a svuotarsi fino al 1970, quando morì l’ultimo residente.