martedì 30 giugno 2020

"Chi controlla la spezia, controlla l’universo!"

Se vi dico David Lynch, i Toto, Carlo Rambaldi e Brian Eno qual è la prima cosa
che vi viene in mente?
Niente?
E se aggiungo Frank Herbert?
Se siete veramente amanti della fantascienza non potete non aver pensato a Dune, film del 1984. 
Il libro di Frank Herbert da cui è tratto il film esce nel 1965 e ha avuto a mala pena il tempo di essere pubblicato (all'inizio in due parti sulla rivista Analog) che vince subito (1966) i premi Nebula e Hugo, come dire gli Oscar della letteratura di fantascienza. Dune è anche il libro che detiene il record di maggior numero di copie vendute per un libro di fantascienza: 12.000.000 (l'ho scritto in numeri che fa più impressione!)
Il testo letterario è molto complesso, pieno di monologhi interiori, visioni immaginifiche, una trama ai limiti del comprensibile. Proprio per questo ci vollero quasi vent'anni perché qualcuno avesse il coraggio di mettere realmente mano all'opera. 
Ci avevano provato in molti, in verità, a cominciare da Alejandro Jodorowsky, scrittore egli stesso immaginifico e surreale. Jodorowsky era riuscito a coinvolgere personaggi del calibro di Salvator Dalì, Orson Wells e addirittura i Pink Floyd per la colonna sonora. Ma non se ne fece niente.
Poi arrivò, come sempre, il genio italico di Dino De Laurentis che scucì insieme alla figlia Raffaella tra i 40 e i 45 milioni di dollari e chiamò David Lynch che veniva dalla regia di "The Elephant Man".
Qui le voci sono contrastanti: c'è chi dice che Lynch fece un lavoro ex novo e chi invece che si servì molto di quello di Jodorowsky. Lo stesso Jodorowsky fu dapprima entusiasta che al progetto mettesse mano Lynch, regista che ammirava; ma, avendo visto il risultato, non ne fu molto contento, anzi lo definì "orribile".
La scenografia fu affidata a Anthony Masters, quello di "2001. Odissea nello spazio." Le musiche sono di Jeff Porcaro e compagni, mentre Brian Eno ha composto il motivo principale. Carlo Rambaldi non può che aver lavorato agli effetti speciali.
S'è sempre parlato di Dune come dell'anti Star Wars, e forse è vero, quanto meno perché mette in scena una saga spaziale (e per l'investimento economico...).
Io sono un semplice fruitore di fantascienza, non un critico né uno specialista. E da spettatore tra le atmosfere positive, ariose e ai personaggi a volte scanzonati di Guerre Stellari e la cupezza (e violenza di alcune scene) di Dune, non posso che tifare per George Lucas.
Ora intendiamoci, non sto dicendo che Dune (il film) è una mezza chiavica, ma che a volte c'è bisogno anche di un po' di spensieratezza, aria, profumo di vita. E, specie in queste superproduzioni, di puro divertimento.
Personalmente Dune ve lo consiglio.
Ma il libro.
Nano Nano!

"Chi controlla la spezia, controlla l’universo!"

Se vi dico David Lynch, i Toto, Carlo Rambaldi e Brian Eno qual è la prima cosa
che vi viene in mente?
Niente?
E se aggiungo Frank Herbert?
Se siete veramente amanti della fantascienza non potete non aver pensato a Dune, film del 1984. 
Il libro di Frank Herbert da cui è tratto il film esce nel 1965 e ha avuto a mala pena il tempo di essere pubblicato (all'inizio in due parti sulla rivista Analog) che vince subito (1966) i premi Nebula e Hugo, come dire gli Oscar della letteratura di fantascienza. Dune è anche il libro che detiene il record di maggior numero di copie vendute per un libro di fantascienza: 12.000.000 (l'ho scritto in numeri che fa più impressione!)
Il testo letterario è molto complesso, pieno di monologhi interiori, visioni immaginifiche, una trama ai limiti del comprensibile. Proprio per questo ci vollero quasi vent'anni perché qualcuno avesse il coraggio di mettere realmente mano all'opera. 
Ci avevano provato in molti, in verità, a cominciare da Alejandro Jodorowsky, scrittore egli stesso immaginifico e surreale. Jodorowsky era riuscito a coinvolgere personaggi del calibro di Salvator Dalì, Orson Wells e addirittura i Pink Floyd per la colonna sonora. Ma non se ne fece niente.
Poi arrivò, come sempre, il genio italico di Dino De Laurentis che scucì insieme alla figlia Raffaella tra i 40 e i 45 milioni di dollari e chiamò David Lynch che veniva dalla regia di "The Elephant Man".
Qui le voci sono contrastanti: c'è chi dice che Lynch fece un lavoro ex novo e chi invece che si servì molto di quello di Jodorowsky. Lo stesso Jodorowsky fu dapprima entusiasta che al progetto mettesse mano Lynch, regista che ammirava; ma, avendo visto il risultato, non ne fu molto contento, anzi lo definì "orribile".
La scenografia fu affidata a Anthony Masters, quello di "2001. Odissea nello spazio." Le musiche sono di Jeff Porcaro e compagni, mentre Brian Eno ha composto il motivo principale. Carlo Rambaldi non può che aver lavorato agli effetti speciali.
S'è sempre parlato di Dune come dell'anti Star Wars, e forse è vero, quanto meno perché mette in scena una saga spaziale (e per l'investimento economico...).
Io sono un semplice fruitore di fantascienza, non un critico né uno specialista. E da spettatore tra le atmosfere positive, ariose e ai personaggi a volte scanzonati di Guerre Stellari e la cupezza (e violenza di alcune scene) di Dune, non posso che tifare per George Lucas.
Ora intendiamoci, non sto dicendo che Dune (il film) è una mezza chiavica, ma che a volte c'è bisogno anche di un po' di spensieratezza, aria, profumo di vita. E, specie in queste superproduzioni, di puro divertimento.
Personalmente Dune ve lo consiglio.
Ma il libro.
Nano Nano!

lunedì 29 giugno 2020

Prologo

Ed eccomi a ricominciare...
C'è qualcuno là fuori? Magari Orson?

Per l'ennesima volta, ancora.

Il vizio antico di voler comunicare con la scrittura penso che non mi lascerà fino alla fine della mia vita. E per quanto ogni volta mi dica: lascia stare, sei vecchio, tanto non legge nessuno, e pacche sulla spalla simili, ci ricasco e ricomincio.
Questa volta è un altro blog.
Iniziai il mio primo blog nel 2008. A quei tempi era "Il Garage di Demetrio" e aveva come foto del primo post quella di un'auto sportiva rossa parcheggiata davanti ad un garage; una foto fatta personalmente a Bardonecchia.
Dopo di allora andai avanti per altri 8-9 anni, sempre con lo stesso blog, variando però gli interessi dei post: lettarari, spirituali, diaristici.
Chiuso quel primo blog e dopo qualche mese di stasi ne aprii un altro e poi un altro ancora, che dovevano essere semplici diari.
Poi più nulla fino a qualche giorno fa, quando mi sono detto: sto pubblicando quasi quotidianamente dei post su facebook sulla fantascienza; perché non pubblicarli anche su un blog? E magari poi ampliare un po' il discorso?
Così è nato questo blog, con la partecipazione attiva di alcuni amici per la parte "estetica" (che ancora può migliorare se mi date qualche dritta).
Volevo subito chiarire una cosa per non far nascere false aspettative: io non sono un conoscitore di fantascienza, né letteraria né cinematografica; io ne sono solo un fruitore.
Quindi non vi aspettate discorsi cattedratici, giudizi sapienziali su questo o quell'autore, critiche alla scrittura di Tizio, esegesi di Caio, saggi sulla corrente XY.
Su questo blog si vola basso: aneddoti, curiosità, pareri personali, al massimo collegamenti tra scrittura, cinema e musica; sempre a fondo fantascientifico.
Può essere che inframmezzerò con qualche post più generalista o diaristico.
E poi, sarà quel che sarà.
Se vi piacerà e vi interesserà, sarete i benvenuti.
Altrimenti amici come prima.
Nano! Nano! 


 

Prologo

Ed eccomi a ricominciare...
C'è qualcuno là fuori? Magari Orson?

Per l'ennesima volta, ancora.

Il vizio antico di voler comunicare con la scrittura penso che non mi lascerà fino alla fine della mia vita. E per quanto ogni volta mi dica: lascia stare, sei vecchio, tanto non legge nessuno, e pacche sulla spalla simili, ci ricasco e ricomincio.
Questa volta è un altro blog.
Iniziai il mio primo blog nel 2008. A quei tempi era "Il Garage di Demetrio" e aveva come foto del primo post quella di un'auto sportiva rossa parcheggiata davanti ad un garage; una foto fatta personalmente a Bardonecchia.
Dopo di allora andai avanti per altri 8-9 anni, sempre con lo stesso blog, variando però gli interessi dei post: lettarari, spirituali, diaristici.
Chiuso quel primo blog e dopo qualche mese di stasi ne aprii un altro e poi un altro ancora, che dovevano essere semplici diari.
Poi più nulla fino a qualche giorno fa, quando mi sono detto: sto pubblicando quasi quotidianamente dei post su facebook sulla fantascienza; perché non pubblicarli anche su un blog? E magari poi ampliare un po' il discorso?
Così è nato questo blog, con la partecipazione attiva di alcuni amici per la parte "estetica" (che ancora può migliorare se mi date qualche dritta).
Volevo subito chiarire una cosa per non far nascere false aspettative: io non sono un conoscitore di fantascienza, né letteraria né cinematografica; io ne sono solo un fruitore.
Quindi non vi aspettate discorsi cattedratici, giudizi sapienziali su questo o quell'autore, critiche alla scrittura di Tizio, esegesi di Caio, saggi sulla corrente XY.
Su questo blog si vola basso: aneddoti, curiosità, pareri personali, al massimo collegamenti tra scrittura, cinema e musica; sempre a fondo fantascientifico.
Può essere che inframmezzerò con qualche post più generalista o diaristico.
E poi, sarà quel che sarà.
Se vi piacerà e vi interesserà, sarete i benvenuti.
Altrimenti amici come prima.
Nano! Nano! 


 

sabato 27 giugno 2020

Post di prova




Oggi vi parlo di una serie tv molto poco concosciuta: "Le fantastiche avventure dell'Astronave Orion".
Di produzione tedesca (come il film: "Sojux 111 terrore su Venere") è una serie televisiva del 1966 e forse qualcuno la conosce anche come "La pattuglia dello spazio, che traduce letteralmente la prima parte del titolo in lingua madre.
Era composta da soli 7 episodi (ma in Italia ne arrivarono solo 4... misteri dello spazio infinito!). Fu girata in bianco/nero e non fu mai acquistata dagli americani proprio per questo motivo, oltre a quello che era stata doppiata, e in America questo non piace molto. O, per essere cattivelli, forse perché uscì solo 9 giorni prima della messa in onda della prima puntata di Star Trek? O semplicemente perché aveva ragione Alberto Sordi a descrivere i 'mericani come sbruffoncelli viziati e coi paraocchi?
Non vado oltre per non ricevere qualche richiamo dall'ambasciata a stelle e strisce...
Ma di che parla quest'Astronave Orion?
Siamo nell'anno 3000 e il Comandante McLane comanda l'incrociatore galattico Orion. McLane non è un tipo facile di carattere ed è in continua lotta col governo terrestre, oltre che con le 'rane', cioè extraterrestri dal corpo umanoide traslucido che cercano di arrivare sulla terra.
La quale terra vive in pace (!?) e ha colonizzato anche i fondali marini dove infatti si trova la base del sistema di sicurezza che protegge il globo. È bello vedere le immagini della base immersa nell'oceano e con le cupole trasparenti da cui si vedono nuotare pesci enormi! Ed è proprio allo Starlight - Casino sottomarino che si riunisce l'equipaggio dell'Orion, quando non è in missione, tra stranissimi balli e comunissimi bicchieri di scotch.
Una curiosità per chiudere. Vedrete l'astronave decollare e atterrare in mare: le bolle create dal movimento sono state fatte con le pastiglie effervescenti dell'Alka-Seltzer!
Insomma se vi ha incuriosito leggere questa storia, guardatevi il primo episodio di Astronave Orion. Tutti gli altri sono regolarmente su Youtube.

Nano Nano!

Post di prova




Oggi vi parlo di una serie tv molto poco concosciuta: "Le fantastiche avventure dell'Astronave Orion".
Di produzione tedesca (come il film: "Sojux 111 terrore su Venere") è una serie televisiva del 1966 e forse qualcuno la conosce anche come "La pattuglia dello spazio, che traduce letteralmente la prima parte del titolo in lingua madre.
Era composta da soli 7 episodi (ma in Italia ne arrivarono solo 4... misteri dello spazio infinito!). Fu girata in bianco/nero e non fu mai acquistata dagli americani proprio per questo motivo, oltre a quello che era stata doppiata, e in America questo non piace molto. O, per essere cattivelli, forse perché uscì solo 9 giorni prima della messa in onda della prima puntata di Star Trek? O semplicemente perché aveva ragione Alberto Sordi a descrivere i 'mericani come sbruffoncelli viziati e coi paraocchi?
Non vado oltre per non ricevere qualche richiamo dall'ambasciata a stelle e strisce...
Ma di che parla quest'Astronave Orion?
Siamo nell'anno 3000 e il Comandante McLane comanda l'incrociatore galattico Orion. McLane non è un tipo facile di carattere ed è in continua lotta col governo terrestre, oltre che con le 'rane', cioè extraterrestri dal corpo umanoide traslucido che cercano di arrivare sulla terra.
La quale terra vive in pace (!?) e ha colonizzato anche i fondali marini dove infatti si trova la base del sistema di sicurezza che protegge il globo. È bello vedere le immagini della base immersa nell'oceano e con le cupole trasparenti da cui si vedono nuotare pesci enormi! Ed è proprio allo Starlight - Casino sottomarino che si riunisce l'equipaggio dell'Orion, quando non è in missione, tra stranissimi balli e comunissimi bicchieri di scotch.
Una curiosità per chiudere. Vedrete l'astronave decollare e atterrare in mare: le bolle create dal movimento sono state fatte con le pastiglie effervescenti dell'Alka-Seltzer!
Insomma se vi ha incuriosito leggere questa storia, guardatevi il primo episodio di Astronave Orion. Tutti gli altri sono regolarmente su Youtube.

Nano Nano!